Il 19 giugno 1994 il Comune di Portomaggiore (FE) gli conferì la Cittadinanza Onoraria in occasione della sua visita nella cittadina emiliana per l'inaugurazione di un busto a Mafalda Favero, soprano portuense che il Maestro ebbe modo di conoscere agli inizi della sua carriera.[1].
Nel 2000, Pavarotti provvedeva a regolarizzare la sua posizione con il Fisco, dal momento che in precedenza aveva eletto domicilio a Monaco nel tentativo di sfruttare le esenzioni fiscali. Colpevole di evasione fiscale per una cifra superiore ai 40 miliardi di lire, il 27 luglio 2000 nelle stanze del ministero delle Finanze all'Eur, il tenore decise di saldare il debito con il fisco versando 24 miliardi di lire in rate da 500 milioni. “È come se mi fossi tolto un pugnale dallo stomaco – dichiarò Pavarotti ai giornalisti che lo aspettavano fuori dal dicastero - però io resto dell'idea di averle pagate le tasse. Ma se il governo, sovrano, sostiene che ne ho pagate un po' meno di quanto avrei dovuto, io come Garibaldi obbedisco e pago”. Sulla soluzione del patteggiamento commenterà il Ministro delle Finanze dell'epoca, Ottaviano Del Turco: “Ho chiesto all'amministrazione di avviare il dialogo con Pavarotti per chiudere questa vicenda quando mi sono reso conto che la persona era in buona fede e cercava di uscire fuori da una situazione nella quale lui stesso aveva dichiarato di non sentirsi a suo agio. Pavarotti ora ha sanato questa situazione e io credo che questo mostri anche la duttilità dell'amministrazione fiscale” [7]. Risolto il contenzioso con la magistratura tributaria, restò in piedi il processo penale che cominciò a Modena nel settembre 2001. Il 19 ottobre 2001 il giudice di Modena Carla Ponterio assolse Pavarotti perché il fatto non era più previsto dalla legge come reato. Infine, nel 2004, la seconda sezione della Corte di Appello di Bologna sentenziò che non si doveva procedere nei confronti del tenore perché i reati contestati erano comunque estinti per prescrizione ma i giudici scrivono che la condotta di Pavarotti, "che ha trasferito la sua residenza anagrafica in un paradiso fiscale e che conta i giorni di permanenza negli Stati Uniti per non rischiare di dover ivi pagare le imposte sui redditi mondiali, non pare compatibile con la descrizione dell'artista distante e scevro da interessi materiali. La sua condotta e le sue scelte non paiono per niente affidate al caso, anzi sembrano, almeno in parte, sorrette da strategie mirate e non proprio nobili" .